CALABRIA

CALABRIA E SICILIA SGUARDI ITALOAUSTRALIANI - Il rapporto con il paese d'origine

University of Wollongong
Research Online
Faculty of Arts - Papers Faculty of Arts


2007
Mai lontan dal cuore - manifestazioni e trasmutazioni del rapporto con il paese di origine

Gaetano Rando  University of Wollongong   -  Gerry Turcotte  University of Notre Dame, Sydney


CALABRIA E SICILIA  SGUARDI ITALOAUSTRALIANI
a cura di Gaetano Rando e Gerry Turcotte



INDICE


  • Gaetano Rando e Gerry Turcotte
Mai lontan dal cuore — manifestazioni e trasmutazioni del rapporto con il paese di
Origine


Testimonianze

  • Venero Armanno
All’ombra del Vulcano
  • Antonio Casella
La letteratura della Nostalgia: il lungo viaggio


Saggi

  • Gerardo Papalia
A dulurusa spartenza. L’espressione linguistica della nostalgia
  • Joseph Pugliese
Le altre Italie: identità geopolitiche, genealogie razzializzate e storie interculturali
  • Gaetano Rando
Cronotopi del paese natio e di quello d’adozione nell’immaginario calabroaustraliano
  • John Gatt-Rutter
Scrivere la biografia di un siciliano d’Australia: Sebastiano Pitruzzello: l’uomo — la
famiglia — l’industria di Piero Genovesi


   



Il rapporto con il paese di origine costituisce un aspetto fondamentale dell’esperienza diasporica non solo per la prima generazione di emigranti ma anche, seppure in modi diversi, per le generazioni successive. Qualche anno fa il marchigiano Augusto Favi di Wollongong nel presentare alla regione di origine una sua scultura in acciaio inossidabile vi aggiunse la scritta: “Dall’Australia alle Marche / con amore / lontan dagli occhi / ma mai lontan dal cuore.” Così pure per gli emigranti di origine calabrese e siciliana i cui rapporti con la regione di origine si manifestano in modi assai differenziati anche se interconnessi che vanno dalle serate passate in compagnia di parenti e compaesani, all’associazionismo (quali l’Associazione San Giovanni Battista dei Calabresi di Wollongong, l’Associazione Isole Eolie di Sydney, il Reggio Calabria Club e il Sortino Social Club di Melbourne), i collegamenti con parenti ed amici in Sicilia o in Calabria, i ritorni anche per periodi prolungati al paese d’origine.
I Siciliani d’Australia costituiscono il maggiore gruppo regionale stabilitosi nel quinto continente e annovera attualmente circa 47.000 persone nate nell’isola mentre, secondo stime rilevate in seno alla collettività siculoaustraliana, sono probabilmente 200.000 coloro nati in Australia di discendenza siciliana. La presenza siciliana in Australia ebbe inizio verso la metà dell’800 con l’arrivo di alcuni Eoliani il cui numero aumentò nel corso dell’ultimo quarto del secolo con l’aggiunta anche di individui provenienti da Capo d’Orlando.(1) Si stabilirono soprattutto nell’industria della pesca (in località come Fremantle, Wollongong e Ulladalla) e nel commercio della frutta e verdura anche se, in un secondo tempo, alcuni seguivano altre attività come l’ortricoltura e il taglio della canna da zucchero. Nel 1885 fu il socialista trapanese Francesco Sceusa a pubblicare a Sydney il primo giornale in lingua italiana del



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1 CECILIA, Tito, Gli Italiani in Australia, 1788-1940: una cronistoria. In: CASTLES, Stephen; ALCORSO,
Caroline; RANDO, Gaetano; VASTA, Ellie (a cura di), Italo-australiani. La popolazione di origine italiana in Australia. Torino, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 1992, p. 37.



quinto continente(2) e all’inizio del Novecento gli Eoliani di quella città erano abbastanza numerosi da fondare la Eolian Society, la prima, e per molti anni l’unica, associazione ad identificarsi con una determinata località, con obiettivi dapprima sociali e ricreativi e poi, dopo il 1913, anche con scopi assistenziali.(3)Nelle zone di coltivazione della canna da zucchero del Queenstand settentrionale i Siciliani della provincia di Catania cominciarono ad arrivare all’inizio del ‘900, dalle altre province dell’isola dopo la fine della guerra del 15-18, tanto che nel 1925 il distretto di Hinchinbrook già contava 746 Siciliani.(4)In un primo tempo lavoravano al taglio della canna da zucchero ma con il passar degli anni riuscivano man mano ad acquistare le piantagioni. Il periodo tra le due guerre vide l’insediemento della collettività siculoaustraliana in diverse località australiane e l’emergere della seconda generazione ben più differenziata sul piano socioeconomico rispetto alla prima che inizia a dare un contributo alla vita politica e culturale del paese. Giuseppe Lamaro, eletto al seggio di Enmore del parlamento del New South Wales nel 1927, ricoprì l’incarico di Ministro di Grazia e Giustizia dal 1930 al 1932, Bartolo (Bob) Santamaria che verso la fine degli anni ’30 inizia la sua attività politica in seno all’ala cattolica del partito laburista del Victoria, l’artista Virgilio Lo Schiavo, noto soprattutto per gli affreschi (Tribute to Shakespeare) eseguiti nel 1944 all’University di Sydney.
In seguito al piano di immigrazione di massa indetto dal governo federale australiano nel secondo dopoguerra si verifica un afflusso considerevole di Siciliani che vanno ad incrementare le collettività stabilitesi in precedenza quali i Poggiorealesi di Kingsgrove (NSW), gli Eoliani di Fremantle (WA), i Siciliani della provincia di Catania a New Farm (Qld). Il flusso è, difatti, diretto verso le zone urbane delle città di Brisbane, Sydney, Melbourne e Perth dove i Siciliani trovano lavoro soprattutto nelle industrie e nella piccola imprenditoria. Molti avviano piccole e medie imprese, non solo nel commercio della frutta e verdura e nell’ambito della ristorazione ma anche nel settore dell’edilizia e in certi servizi. Il liparota Angelo Mezzapica avvia a Sydney la Mezzapica Continental Cakes, la prima

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2 RANDO, Gaetano, Aspects of the history of the Italian language press in Australia 1885-1985. In: RANDO,Gaetano; ARRIGHI, Michael (a cura di), Italians in Australia. Historical and social perspectives. Wollongong,Department of Modern Languages University of Wollongong / Dante Alighieri Society Wollongong Chapter,1993, p. 197.
3 RANDO, Gaetano, Le Associazioni italiane in Australia – oltre cento anni di storia, <<Marconi News>>, 20,giugno-luglio 1987, p. 3.
4 CECILIA, op. cit., p. 40.









pasticceria siculoaustraliana della città;(5)il sortinese Sebastiano Pitruzillo avvia a Melbourne la Pantalica Cheese Company.(6) Coloro attivati in giovane età e la seconda generazione in parte segue le attività dei genitori, in parte si dedica ai lavori specializzati, alle professioni ed alle attività culturali ed artistiche.
L’emigrazione calabrese nel quinto continente presenta un analogo profilo generale anche se con singole esperienze diverse. La Calabria, come la Sicilia, è stata particolarmente colpita dal fenomeno emigratorio tanto che circa due milioni di Calabresi hanno lasciato la regione tra il 1876 ed il 1970 di cui circa 70.000 diretti in Australia.(7)Attualmente la collettività calabroaustraliana annovera circa 41.000 persone provenienti dalla regione e, secondo stime rilevate in seno alla stessa collettività, circa 175.000 nate in Australia. Nel New South Wales, in particolare nelle città di Griffith e di Wollongong, supera numericamente la collettività siculoaustraliana. La presenza calabrese nel quinto continente inizia a prendere corpo subito dopo la fine della guerra del 15-18 quando cominciarono ad arrivare nel Queensland settentrionale contadini provenienti da Gizzeria, Sambiase, Palmi, Falerna, Rosarno e Fagnano Castello i quali si diedero al lavoro della canna da zucchero e alla coltivazione del tabacco.(8) Altra zona di insediamento rilevante risulta il Murrumbidgee Irrigation Area nel sud-ovest del New South Wales dove i Calabresi, provenienti soprattutto dai territori di Platì e Palmi, iniziarono ad arrivare negli anni '20 dedicandosi all’orticoltura ed alla viticoltura. Tale flusso crebbe notevolmente nel secondo dopoguerra tanto da portare la collettività calabroaustraliana della zona numericamente alla pari con i Veneti. Pur essendosi evolute in modo ben separato, tanto che ciascuna ha formato le proprie strutture ed i propri spazi ed i matrimoni tra Calabresi e Veneti erano rarità, le due collettività insieme ammontano a quasi la metà della popolazione complessiva della zona. Ad eccezione del Murrumbidgee Irrigation Area, il flusso calabrese viene diretto suprattutto verso le zone urbane delle maggiori città

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5 Biscaro, Antonella, Racconti di immigrazione e imprenditoria siciliana in Australia. Relazione tenuta al Convegno internazionale sulla Diaspora italiana dopo la Seconda Guerra Mondiale, AM International / Regione Calabria, Bivongi, 17-19 novembre 2006.
6 Si veda il saggio di John Gatt-Rutter in questo volume.
7 CINANNI, Paolo, Emigrazione e unità operaia. Milano, Feltrinelli, 1974, pp. 97, 101. Il fenomeno emigratorio calabrese risulta uno dei temi rilevanti della letteratura calabrese moderna e contemporanea — si veda CRUPI, Pasquino, Letteratura ed emigrazione, Reggio Calabria, Casa del Libro, 1979; CRUPI, Pasquino, Sommario di
storia della letteratura calabrese per insegnanti di lingua italiana all’estero. Profili 1. Bivongi, International AM Edizioni, 2002.
8 CECILIA, op. cit., p. 40. Per i Fagnanesi si veda AVOLIO, Alberto, Transplantation of a southern Italian community to the tobacco fields of North Queensland. In: RANDO, Gaetano; ARRIGHI, Michael (a cura di),Italians in Australia. Historical and social perspectives. Wollongong, Department of Modern Languages University of Wollongong / Dante Alighieri Society Wollongong Chapter, 1993, pp. 37-44.








dove la prima generazione trova lavoro soprattutto come manovali, operai, nella piccola imprenditoria e in alcuni servizi mentre parte della seconda realizza una notevole differenziazione socioeconomica. L’attuale premier del governo laburista del New South Wales, Morris Iemma, è figlio di emigranti calabresi; Salvatore Zofrea, nato a Borgia(CZ) nel 1946 ed emigrato in Australia all’età di 10 anni, è un noto artista australiano; Joe Avati, figlio di Calabresi, è un apprezzato comico teatrale non solo in Australia ma anche all’estero.
Non sorprende quindi che la letteratura prodotta dagli Italiani d’Australia ed i discendenti presenti una marcata tendenza all articolazione di temi, situazioni e personaggi riferentesi alla Sicilia ed alla Calabria. Risolti almeno in parte i problemi pratici e materiali del passaggio dalla regione natia al paese di adozione, i Siciliani ed i Calabresi di Australia, come pure coloro provenienti da altre regioni, iniziano un discorso che riguarda la propria identità culturale nel contesto del paese di immigrazione. Come i lavoratori italoamericani che nel corso di uno sciopero a Lawrence (Masschussetts) nel 1912 dicevano “Vogliamo il pane, ma vogliamo anche le rose,”(9) anche gli Italoaustraliani articolano tale aspirazione dedicandosi al mantenimento delle proprie tradizioni quali la festa del santo patrono, i balli e le canzoni folcloristici. Tra tali attività vi è la produzione, da parte di poche persone, di testi letterari, produzione motivata da fattori molto variabili caso per caso. La poesia rappresenta un’area dove i Calabresi possono vantare il primato nella persona di Luigi Strano(10) laddove nella narrativa predominano i Siciliani Venero Armanno e Antonio Casella e per il teatro gli onori vanno divisi tra l’Eoliano Nino Randazzi (per molti anni direttore responsabile del maggiore giornale italiano di Melbourne, Il Globo, ed attualmente senatore della circoscrizione estera presso il parlamento italiano) e John Bono e Teresa Crea, figli di Calabresi. Abbiamo in questa raccolta due testimonianze di come l’esperienza emigratoria viene articolata nella narrativa siculoaustraliana, riflessioni fatte dai due narratori sulla propria opera che presentano un’ottica ben particolare dell’esperienza diasporica. Venero Armanno fa presente come il rapporto con il paese d’origine dei genitori aveva avuto inizio quando da bambino partecipava alle molte serate passate in compagnia di compaesani per poi continuare in età adulta tramite i viaggi in Sicilia e nella sua opera narrativa. Dei sei romanzi finora   pubblicati ben


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9 AA,VV., Euroamericani. I - La popolazione di origine italiana negli Stati Uniti. Torino, Fondazione Giovanni
Agnelli, 1987, p.140.
10 Si veda il saggio di Gaetano Rando in questo volume.




Melbourne


quattro trattano temi siculoaustraliani compresi i rapporti con la regione di origine. Le testimonianze di Armanno contengono le sue percezioni della Sicilia e dell’Australia sia attraverso un’ottica del tutto personale sia tramite le riflessioni sulla propria scrittura la quale presenta una giustapposizione ben marcata tra le dimensioni spaziali e temporali del passato e del presente connesse allo stato d’essere dei personaggi. Il tema della nostalgia, topoi assai caratteristico della produzione letteraria italoaustraliana, viene esaminato da Antonio Casella nei suoi aspetti capillari e assai complessi. Casella è emigrato in Australia all’età di 15 anni e la sua narrativa, in particolare The Sensualist, esamina il rapporto mutuante tra Sicilia ed Australia dei personaggi nonché la sovrapposizione dei due ambienti e delle diverse tradizioni. Il suo ultimo romanzo, An Olive branch for Sante, propone il caso interessante ed innovativo del personaggio Ira Jane, australiana di discendenza angloceltica, per la quale, a causa dei nonni adottivi siculoaustraliani, la Sicilia è in un certo senso il paese d’origine metaforico.
Passando alla parte saggistica, la nostalgia costituisce anche tema dello studio di Gerardo Papalia che prende in esame la poesia della fine del Novecento creata dagli emigranti siciliani insediatesi nella città di Melbourne che articolano le dissonanze tra la comprensione della società del paese di origine e quella del nuovo paese. Nel dover affrontare uno spazio australiano sconosciuto gli scrittori siciliani, come del resto anche coloro provenienti dalle altre regioni, hanno spesso espresso il desiderio di tornare agli spazi socioeconomici e culturali del passato per arginare il senso di spaesamento e di perdita, pur essendo tale ritorno irrealizzabile in senso reale. Nel tentativo di riconciliare il passato con il presente questi emigranti hanno creato una cultura dinamica allo stesso tempo siciliana ed australiana di cui questa produzione poetica è una manifestazione. John Gatt-Rutter propone un ulteriore aspetto peraltro comune dell’esperienza siculoaustraliana tramite un’analisi critica di un testo biografico. Tali testi in genere riportano la storia, spesso in modo trionfalistico, di coloro che nel quinto continente hanno raggiunto particolari traguardi in genere nelle attività imprenditoriali. Gatt-Rutter esamina i parametri culturali e sociali della stesura della biografia di Sebastiano Pitruzillo, emigrato da Sortino (CT), il quale, dopo aver iniziato l’avventura Australiana da semplice metalmeccanico, è diventato imprenditore industriale e proprietario di una fiorente azienda casearia del Victoria che ha assunto un gettito globale. Il racconto della vita di un solo emigrante diventa un caso emblematico della diaspora dei sortinesi la quale ha portato alla formazione di una collettività ben individuabile nella città di Melbourne.
I saggi di Joseph Pugliese e Gaetano Rando prendono lo spunto dal lavoro fondamentale di Pasquino Crupi che maestralmente indica la strada non solo per lo studio della cultura letteraria calabroitaliana ma anche la produzione letteraria e culturale dei Calabresi nel mondo, Australia compresa. Pugliese propone un tema del tutto innovativo ed originale nell’area degli studi italoaustraliani tramite l’esame della dicotomia culturale che ha sempre marcato la presenza italiana in Australia. Quella stretta minoranza di angloaustraliani che si interessa alla cultura italiana opera solo ed esclusivamente nell’ambito dell’alta cultura promossa delle apposite istituzioni del bel paese laddove la maggioranza degli Italiani emigrati in Australia proviene da una ricca e varia base culturale popolare di origine prettamente contadina (in certi casi operaia). Lo studio di Pugliese adopera quindi una strategia controdiscorsiva riguardo alla percepita egemonia dell’alta cultura italiana tramite l’analisi di come gli emigranti provenienti dal meridione hanno dato articolazione ad identità diasporiche non egemoniche in contrapposizione alle rappresentazioni totalizzanti della nazione italiana e la cultura egemonica. Filo conduttore del saggio di Pugliese è il discorso sull’importanza di altre genealogie culturali e articolazioni di identità che contrastano le rappresentazioni di un’italianità eurocentrica. In contrapposizione agli studi precedenti sulla letteratura italoaustraliana che hanno trattato il fenomeno nei suoi aspetti globali il saggio di Rando propone un esame capillare dei tratti distintivi e delle esperienze localizzate che segnano la produzione letteraria degli scrittori di origine calabrese. Collegando tale produzione al concetto bakhtiniano del cronotopo che si basa sull’idea che le dimensioni spaziali e temporali sono inseparabili nell’ambito dell’opera letteraria, il saggio intende stabile fino a che punto e in che modo i testi prodotti dai Calabresi d’Australia della prima e delle generazioni successive riportano un’esperienza diasporica caratterizzante calabrese, sia nell’ambito della collettività calabroaustraliana sia in relazione ai rapporti con la regione di origine.
Nel numero unico della rivista Interventions che ha passato in rassegna l’attuale stato dell’italianistica, i curatori hanno fatto presente la lentezza con cui a tale disciplina è stata applicata un’impostazione postcoloniale. Il colonialismo, dicono, “resta tuttora poco studiato dagli italianisti in paragone al Fascismo, alla Resistenza e al movimento operaio, argomenti ai quali si dedica una vasta gamma di studi.”(11) Se è vero che solo in epoca recente gli italianisti “hanno iniziato ad integrare la storia del colonialismo italiano nell’ambito della storia più


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11 DE DONNA, Fabrizio; SRIVASTAVA Neelam. Colonial and Postcolonial Italy, <<Interventions: International Journal of Postcolonial Studies>>, (8), 3, 2006, p. 371.



Perth

ampia dell’esperienza nazionale italiana,”(12) la presente raccolta si può ritenere un contributo rilevante all’eleborazione di un discorso postcoloniale in quanto porta all’attenzione degli studiosi esperienze maturate in un contesto australiano. I saggi qui presentati propongono un discorso di come il passato, il presente ed il futuro si incrociano, si complementano e si integrano allo stesso modo in cui nozioni relative al concetto di nazione — coloniale,postcoloniale, emigrato e immigrato — vengono esaminate e discusse in uno spazio contestato e sempre suscettibile a negoziati. Parlare di letteratura italiana significa o limitarne il raggio entro confini ben precisi oppure riconoscere i significati molteplici delle diverse ottiche che articolano l’Italia contemporanea, compresi gli aspetti trascurati o non riconosciuti all’interno dei confini nazionali.(13) In senso più ampio si può quindi premettere che la letteratura italiana viene costituita anche dalle opere prodotte dalle molteplici collettività diasporiche(14) e che tali opere riscrivono sia l’ambiente del paese d’origine sia quello del paese di adozione tramite le memorie e le immagini riproposte dalla prospettiva di lidi lontani. I saggi di questo volume propongono tale triplice impostazione mettendo in rilievo l’evoluzione di una storia italoaustraliana. In questo senso si può definire l’Australia come uno spazio italiano, ben distinto e descritto dalle molte voci che lo caratterizzano. Dal punto di vista letterario come, del resto, dal punto di vista storico, leggere la storia delle migrazioni, delle risposte a favore, contrarie o in parallelo alle politiche sociali e culturali, è leggere la storia del mondo scritta nel senso più ampio. E questo nonostante eventuali tentativi di contenerne i parametri e di limitare il raggio della ricerca. Questo volume pertanto cerca di inserire la comprensione dell’esperienza italiana nel quadro più ampio delle storie diaspori che prendendo come punto di partenza l’esperienza italoaustraliana. Tale tentativo, necessariamente frammentario ed incompleto, riesce ciononostante a portare alla luce la straordinaria complessità della presenza calabrese e siciliana nel quinto continente.


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12 DE DONNA; SRIVASTAVA, loc. cit.
13 Per un esame di come in Italia è stata trascurata la letteratura degli immigrati provenienti dall’Africa, dall’Asia e dall’America latina ed i loro discendenti si veda PORTELLI, Alessandro, Fingertips Stained with Ink: Notes on New ‘Migrant Writing’ in Italy, <<Interventions: International Journal of Postcolonial Studies>>, (8), 3, 2006, pp. 472–83.
14 Si veda l’osservazione che l’emigrazione italiana tra il 1870 ed il 1970 è da ritenersi una delle maggiori diaspore dell’era moderna e che i Calabresi ne costituiscono una parte significativa in PIVATO, Joseph, Cosmic Ear: Calabrian Writers in Canada, << Australiasian Canadian Studies>>, (23), 2, 2005, p. 21 [numerico unico: Diasporic Spectrality: Minorities & Cultural Assertions  in Canada, Australia and  Beyond, a cura di TURCOTTE, Gerry; RANDO, Gaetano].




Licenza cercatore d'oro
                                                 
NOTA

La maggior parte dei saggi della presente raccolta — precisamente Armanno, Gatt-Rutter,Pugliese e Rando — derivano da interventi, soggeti a successiva peer review,presentati al convegno “Minorities and Cultural Assertions Literary and Social Diasporas” tenuto all’Università di Wollongong (Australia) l’8-10 ottobre 2004. Il convegno è stato organizzato da The School of English Literatures, Philosophy & Languages, The Centre for Canadian- Australian Studies, The Identity and Cultural Difference Research Group, della Facoltà di Lettere dell’ateneo ed il convegno è stato patrocinato dalla Regione Calabria, l’Illawara Association of Teachers of Italian, il Calabria Centro Culturale di Wollongong, la Dante Alighieri Society Wollongong Chapter, Russo & Co Accounting di Wollongong, il Vice Consolato d’Italia di Wollongong, il Comites di Sydney e l’Associazione Culturale e Sociale
Sarda Inc. di Sydney.

The papers included in this volume have been subject to peer review. Those by Armanno, Gatt-Rutter, Pugliese and Rando are based on papers presented at the international conference on Minorities and Cultural Assertions Literary and Social Diasporas, University of Wollongong (Australia) 8-10 Ottober 2004. Extensive and generous support for the conference was provided by both academic colleagues as well as individuals and organizations in the Italian Australian community. A considerable vote of thanks is due to the conference organizing committee, the community support committee and the conference sponsors listed above as well as to colleagues who have acted as referees and advisors for papers — Professor Pasquino Crupi (Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria), Professor Joseph Pivato (Athabasca University, Canada), Professor Desmond O’Connor (Flinders University of South Australia), Dr Maria Pallotta-Chiarolli (Deakin University), Dr Franko Leoni (University of New England).

Conference Organising Committee:

Dr Anne Collett, University of Wollongong
Professor Pasquino Crupi, Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria
Professor Joseph Pivato, Athabasca University
Associate Professor Gaetano Rando, University of Wollongong
Associate Professor Gerry Turcotte, University of Wollongong
Professor Adrian Vickers, University of Wollongong

Community Support Committee:

Salvatore Chiodo, Vice Consul for Italy, Wollongong
Gaetano Rando, University of Wollongong
Nina Russo, Calabria Centro Culturale
Lucia Scioscia, Dante Alighieri Society Wollongong Chapter
Paola Volpato, Illawarra Association of Teachers of Italian