Sono
siciliani, più particolarmente messinesi che, durante l'imperversare delle prime
persecuzioni contro i Cristiani, abbandonano l'isola e si esiliano in una delle
più profonde e sperdute valli dell'Aspromonte, Polsi, in Calabria. Qui erigono una
prima chiesetta sormontata da una croce. Nell'anno 313 l'editto di Costantino
concede la libertà di culto e gli esuli di Polsi ritornano alla loro terra
d'origine. La valle per moltissimo tempo non risuona più di sacri canti e
la chiesetta cade nell'oblio. Nessuno osa avvicinarsi ai luoghi dominati dalla
Maga Sibilla, nemica dei Cristiani.
Nel 1144 un pastore rompe l'incantesimo
e si spinge fino a Polsi in cerca del suo giovenco smarrito. Quì trova
l'animale in ginocchio davanti alla Croce di ferro che ha riportato alla luce
scavando con le zampe. In quel medesimo istante al pastore di nome ITALIANO, di
Santa Cristina d'Aspromonte e che sosta in preghiera, appare la Madonna che
indica il punto esatto in cui si dovrà costruire la chiesa a Polsi.
Un'altra
tradizione colloca ,al posto del pastore, il conte Ruggero in una battuta di
caccia. Ma sono i monaci Basiliani che, ben organizzati, coltivano e propagano la
devozione alla Santa Croce ed alla Madonna sotto il titolo di Madre del Divin
Pastore, più comune mente Madonna della Montagna di Polsi. Essi danno inizio alla
costruzione di una chiesa con annesso cenobio. Estinto nella seconda metà del
secolo XV il rito greco in Calabria, i Basiliani di residenza a Polsi si
ritirano a Grottaferrata portando con sè rari e preziosi documenti.
Edward
LEAR, scrittore e pittore di paesaggi, durante la sua visita in Calabria nel 1847
conobbe anche la zona di Polsi. " Senza dubbio, egli scrisse, Santa Maria di
Polsi è una delle più notevoli scene che io abbia mai visto; l'edificio è
pittoresco ,ma non molto antico, senza pretese di gusto architettonico; ed è
situato in alto sopra il grande torrente, che viene in giù dalla vera cima
dell'Aspromonte, la cui vetta - Montalto - è il tetto e la corona del
paesaggio. Il carattere perpendicolare dello scenario è sorprendente, le rupi
boscose da sinistra a destra lo chiudono come le quinte di un teatro; e poichè
nessun altro edificio è in vista, l'incanto e la solitudine di questo luogo è
completo".