Aspromonte
e l'antica Città di Delia
Dagli studi di alcuni storici locali
nell’odierna vallata del San Pasquale (fraz.
Di Bova Marina) si trovava la mitica città di Delia, distrutta
forse dai Saraceni nel IX secolo.
Questa suggestiva ipotesi potrebbe essere confermata da ulteriori indagini
archeologiche, infatti, dagli scavi già eseguiti sono venuti alla luce reperti
e resti di ville romane di notevole valore storico.
Non si hanno molte notizie di questa
antica città quello che si tramanda da generazioni è la cattiva sorte toccata a
Delia ma sopratutto ai suoi abitanti. Infatti in seguito ad un incursione e
alla successiva distruzione della città gli abitanti scapparono verso le
montagne dove alcuni si fermarono nella Città di Bova “Chora tu Vua” (alcuni
studiosi pensano sia stata fondata proprio da questi), altri ancora a Roghudi e
Chorio di Roghudi (piccoli centro montani oggi del tutto abbandonati), mentre
gli altri ancora superando le montagne si stanziarono sul versante tirrenico
formando il villaggio dal nome PARACHORIO (cioè
Paese vicino) vicino al già esistente PEDAVOLI.
“...una porzione (di quegli abitanti)
volendo quasi nascondersi al commercio degli uomini passò tutte le Montagne, ed
in luogo, ove ancora pochissima gente vi era andata, formò un’abitazione,
nomandola col termine greco Perachorio, cioè Paese di là dalle Montagne; ivi
abitando posero gli stessi nomi alle loro contrade, che attualmente sono nella
Marina di Bova, e tali fin’oggi si mantengono, anzi in una fontana (fontana di
S. Elia) si vede un’iscrizione, ove diceva: NOS GENS DELIA, il che
ci fa comprendere essere stati quei popoli abitatori di quella contrada,
situata nella Marina di Bova, che tocca il lido di Spartivento, e chiamata
fin’oggi Delia, per essere stata fondata da una colonia di Greci venuti
dall’isola di Delo... Questo paese, Peracorio, 30 miglia lontano da Bova nella
Diocesi di Oppido, è soggetto nel temporale al Conte di Sinopoli.
I suoi abitanti, per essere stati bovesi,
in ogni bisogno di Bova prontamente correvano armati ad aiutarli, cosicchè da
allora restò in uso di venire nella festa principale di San Leo in Bova una
gran compagnia di essi, armati con tamburi e bandiere e con terribili scariche
di schioppi a onorare la festa. I cittadini di Bova vicendevolmente, nella
festa principale di Peracorio, colla guida di alcuni principali della Città
armati di picca militare, sogliono sin’oggi andare armati colle proprie
bandiere, e tamburi, e festeggiar quel giorno, colla differenza però, che quei
di Peracorio, per antica convenzione devono venire due anni in Bova e poi li
Bovesi uno solamente.” (Alagna D. - 1775)
E vi è di più. Sul campanile della chiesa patronale di Paracorio, abbattuto
anche quello dal terremoto del 1783, esisteva una iscrizione lapidaria, il cui
contenuto per fortuna non andò disperso e che vale a ribadire ancora una
volta la esistenza di Delia e la emigrazione dei Deliesi a Bova e a Parachorio.
Eccola:
D. O. M.
"ILLUSTRIS AC RMUS D.D. LEO - LUCAS VITA PATRITIUS MONTIS - LEONIS DEI
ET APLICAE SEDIS GRATIA EPUS OPPIDEN - SEVIENTIBUS BARBARIS IN CALABRIAM AC
VASTATA PRAENOBILI URBE DELIA INCOLAE HUIUS PLURIMI BOVEN CIVITATEM
COSTRUXERUNT. ALII HUC USQ: PERVENERUT AC AEDEM HANC SACRAM SUB TITULO
ASSUMPTIONIS B. MARIAE VIRG. EREXERUT. QUAM LABENTE AEVO APLIATAM POSITIS
RELIQUIIS S.S. MARTIRUM HONESTI ET AUSTERI IN ARA MAJORI. ANNO D. MDCCXXXV VI.
KAL MAJI MULTARUM ET FINITIMIS PARTIBUS GENTIUM ATQ. HUIUS PARACHORIENSIS
CLAERI POPULIQ. CONCURSU AC MAGNO LUMINUM APPARATU CONSECRAVIT CUIUS
ANNIVERSARIUM DOMINICA POST PASCHA QUOTANNIS CELEBRANDUM STATUIT".
D. O. M.
“Illustrissimo e Reverendissimo Leone Luca, patrizio nato a Monteleone e
per grazia di Dio e della Sede Apostolica Vescovo di Oppido. Quando i barbari
infierivano nella Calabria, dopo aver distrutta la nobilissima città di Delia
moltissimi suoi abitanti costruirono la città di Bova. Altri raggiunsero questi
luoghi, edificarono un tempio dedicato a Maria Vergine Assunta. Con il
trascorrere del tempo il tempio fu ingrandito e il 26.4.1735 vennero poste,
sotto l'altare maggiore, le reliquie dei santi martiri Onesto ed Austero.
Numerosa fu l'affluenza della gente venuta dai paesi vicini con il popolo e il
clero di Parachorio. Grande l'apparato di luci. Fu stabilito che ogni anno
l'anniversario fosse celebrato nella seconda domenica di Pasqua.”
Quindi
si ipotizza l’origine ionica di Parachorio e tirrenica
di Pedavoli.
I due centri il 27 gennaio 1878 per volontà di Re Umberto I°, si unificarono ufficialmente dando origine a Delianuova.
Fin allo metà secolo XIX infatti in occasione della festa solenne di San Leo a
Bova gli abitanti e i rappresentanti di Parachorio raggiungevano Bova e
lo stesso avveniva per la festa di S. Domenica a Parachorio, inoltre in
occasione della posa della statua della Madonna
del Mare sul Promontorio di San Giovanni D’Avalos il comune di
Bova Marina ha donato una copia in gesso al comune di Delianuova.I Comuni
di Bova (in seguito anche Bova Marina) e Delianuova volendo rafforzare il
legame tra le due comunità realizzarono un gemellaggio.
E’ emozionante pensare alla grandezza e all'importanza di
questa antica città di cui ancora oggi si hanno dubbi
sull’esistenza.
Pasquale Callea
tratto da PORPATIMA TREKKING.